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Adelfia
Geografia fisica
Adelfia è situata a ridosso dei primi pendii delle murge centrali a circa 13 km dal capoluogo, il territorio comunale ha una superficie di 29 km² raggiungendo l'altitudine massima di 231 mslm nei territori confinanti con Acquaviva delle fonti e minima di 103 mslm nei territori confinanti con Bari. Il territorio comunale confina a ovest con Sannicandro di Bari, a nord con Bitritto, Bari e Valenzano, ad est con Casamassima e a sud con Acquaviva delle fonti. Il panorama dominante è in assoluto composto da vigne, molto diffusi sono anche gli ulivi e i mandorli, nella propaggine di territorio che si incunea verso l'interno non è raro incontrare anche roverelle.
Clima
Il clima di Adelfia è mediterraneo, con estati calde e secche, da ricordare nella storia recente l'estate 2007 dove in tutti e tre i mesi estivi ci furono ondate di calore proveniente dall'Africa sahariana in cui si superarono i 45°, e inverni moderatamente freddi grazie alla lontananza dal mare e quindi all'assenza della mitigazione marina nonché alla sua altitudine di bassa collina, ciò consente alla neve di fare la sua comparsa non raramente, con almeno un episodio all'anno, tra i più celebri della storia recente del paese si annovera il marzo 1987, gennaio-febbraio-marzo 1993 con ingenti accumuli che in totale superarono il metro causando molti danni ai tendoni d'uva, gennaio 1999, lo storico 8 aprile 2003 dove caddero più di 20 cm di neve, dicembre 2007, febbraio 2009, dicembre 2010 e, recentemente, primi di febbraio 2012. Le precipitazioni sono abbondanti in inverno e primavera con accumuli di circa 60-65 mm medi mensili, come anche in autunno seppur lievemente minori, molto scarse invece le precipitazioni in estate che si attestano sui 30 mm mensili, dai dati forniti dalla protezione civile è emerso che il 1970 è stato l'anno più siccitoso da quando si effettuano le registrazioni con soli 310 mm accumulati mentre il 1940 è stato l'anno più piovoso con 953 mm accumulati. Dopo una flessione iniziata dalla metà degli anni ottanta e protrattasi fino alla fine degli anni novanta, dagli anni duemila le piogge sono tornate abbondanti sul territorio risultando sempre sopra media.
Storia
Storia di Canneto
Sebbene alcuni reperti attestino la presenza presso Canneto di insediamenti umani e di una necropoli della vicina Celiae risalente all'età messapica, per la storiografia ufficiale Canneto nasce nella seconda metà dell'XI secolo. Secondo quanto riportato dalla storiografia settecentesca curata dal marchese di Canneto don Cataldo de Nicolai, nel corso della campagna militare condotta da Roberto il Guiscardo e finalizzata alla conquista della città di Bari (1067-1071), il messinese Giosuè Galtieri insieme ad alcuni compagni trovò un canneto dal quale poté approvvigionarsi di grandi quantità di canne, con le quali furono costruite più di 200 capanne necessarie all'esercito nel suo assedio alla città. Quando Bari capitolò, Roberto, che ne divenne duca, ricompensò Giosuè Galtieri per i servigi resi infeudandolo dell'area, Cannitum, nella quale aveva reperito il materiale di costruzione. Galtieri sposò la tarantina Beatrice Curcelli. Una loro figlia, Stella Beatrice, sposò il napoletano Alfonso Barbiano, che ottenne così la baronia di Canneto e vi costruì il palazzo baronale. Nel 1186 venne costruita la cappella della Madonna della Stella, ex voto per l'insperata guarigione di Stella Beatrice. Ultima famiglia a detenere la signoria di Canneto fu quella dei Nicolai, cui apparteneva don Cataldo, primo autore delle memorie storiche dei due borghi limitrofi.
Storia di Montrone
Secondo quanto asserito nel Settecento da don Cataldo de Nicolai, Montrone sorse nel 982, il commerciante bizantino Roni Sensech, in fuga da Bari sotto l'incalzare delle truppe longobarde, si stabilì su un'altura poco vicina, che si presentava particolarmente adatta al pascolo e al commercio del bestiame. Nacque così il villaggio di Mons Roni. Tra i suoi primi abitanti, vi era un sacerdote bizantino che in una delle tre grotte della luogo dipinse una Natività. In corrispondenza di quella grotta nel 1086 fu edificata la cappella detta Madonna del Principio, consacrata poi dall'arcivescovo di Bari Ursone. nel 1167 Guglielmo II il Buono riconobbe l'università di Montrone e la diede in feudo a Goffredo Tortomanni, cui succedette Pasquale de Palma. Nel 1276, Rodolfo de Colant, luogotenente di Carlo I d'Angiò, vendette il feudo alla famiglia Sparano di Bari, che nel 1339 lo cedette al notabile napoletano Gualtieri Galeoti. I suoi successori lo alienarono in favore di Gualtiero di Aspruch nel 1380. Nel 1390, divenne possesso del notabile barese Nicolò Dottula che dotò il borgo di un castello turrito, nucleo dell'attuale palazzo marchesale, e ne mantenne il possesso fino al 1417. Il nuovo feudatario, Nicolò Fusco di Ravello, nel 1423 vendette Montrone al nocerino Niccolò Offieri. I suoi discendenti lo alienarono nel 1481 in favore del conte di Conversano Giulio Antonio Acquaviva. Dal 1519 al 1629 il feudo fu posseduto dalla famiglia Galeoti. Successivamente andò al principe di Valenzano Aurelio Furietti, prima che ne entrasse in possesso la famiglia bolognese dei Bianchi (1698), che nel 1790 cambiò il proprio nome per via dotale in Bianchi Dottula. Il 5 aprile 1799, in seguito all'uccisione del trombettiere dell'esercito napoleonico, di passaggio in Terra di Bari, ad opera di un montronese di fede borbonica, furono uccisi 83 cittadini, inclusi quelli che si erano rifugiati nella cappella della Madonna del Principio. Con il ritorno dei Borbone fu innalzata una croce a memoria dell'eccidio.
Nascita di Adelfia
I comuni di Montrone e Canneto, non distanti l'uno dall'altro, mantennero la propria autonomia amministrativa sino al 29 settembre 1927, quando il decreto n. 1903 firmato da Vittorio Emanuele III ne sancì l'unione sotto il nome di Adelfia dal greco "Adelphos" che significa fratelli. Nonostante la prossimità dei due centri, vi erano spiccate differenze nelle popolazioni - ad esempio sotto il profilo delle tradizioni e del dialetto - che per alcuni decenni si sono tradotte in un forte campanilismo che ha reso difficoltosa la nascita di un'identità cittadina unitaria.
Monumenti e luoghi di interesse
Il patrimonio architettonico di Adelfia può vantare una singolare duplicità, a cominciare dall'esistenza di due diversi centri storici, sorti a pochissima distanza l'uno dall'altro e svilupparsi nel medesimo periodo (attorno all'anno Mille), ma rimasti fino agli inizi del XX secolo entità separate, ciascuno con propri palazzi nobiliari, con propria sede amministrativa, con proprie tradizioni religiose, con proprie chiese e santi protettori. La stele situata su corso Vittorio Veneto presso l'attuale municipio segnava gli antichi confini. Una volta alle spalle, nella proprietà Catella, era situato il cippo confinario.
Le principali testimonianze storico-architettoniche sono pertanto ascrivibili ora a Montrone ora a Canneto.
Architetture religiose
Architetture civili
Architetture militari
Società
A lungo il fenomeno dell'emigrazione, prima oltreoceano e successivamente verso l'Europa del nord e il Settentrione, ha caratterizzato il saldo demografico di Adelfia. Ancora oggi il fenomeno è avvertito nelle fasce più giovani della popolazione. Tuttavia, recentemente Adelfia, grazie alla vicinanza e ai buoni collegamenti con la città di Bari, rispetto alla quale presenta un più basso costo della vita e una maggiore tranquillità, ha visto crescere significativamente la popolazione, risultando attrattiva per gli abitanti dei comuni attigui.
Cultura
Personalità legate ad Adelfia
Eventi
Festa di san Trifone martire
La festa più importante di Adelfia, è la venerazione di San Trifone, patrono di Montrone che secondo la tradizione protesse il paese durante l'epidemia di peste del 1691 e scacciò un'invasione di cavallette. L'evento è ricordato nell'iconografia del santo, che presenta sempre una cavalletta sulla lancia. La festa si celebra ogni anno dal 1º all'11 novembre e in particolare nei giorni conclusivi, per la sua celebre gara di giochi pirotecnici, fa convergere nella città molti turisti provenienti da tutta Italia. Sin dal primo giorno, la Bassa Musica di Adelfia, localmente nota come u Tammorre ("il Tamburo"), percorre giorno e notte il centro abitato suonando instancabilmente pezzi popolari, tra i quali l'intramontabile "Marcie du ciuccie" ("Marcia dell'asino"). La sera del 9 novembre il quadro del santo viene portato in processione fino in piazza e si procede al lancio della mongolfiera. Da quel momento la serata si anima con i concerti di diverse bande giunte ad Adelfia per l'occasione, i quali si protraggono fino a notte inoltrata. Il giorno successivo, alle 4 di notte, un colpo secco sparato da un mortaio di 12 cm di diametro sancisce l'inizio della giornata clou: molti fedeli raggiungono quindi la chiesa di San Nicola per assistere alla prima messa, alle 4.30. I concerti bandistici, dalle 10, e la riffa, ossia un susseguirsi di offerte dei fedeli che desiderano portare a spalla la statua del santo, precedono la processione. Questa percorre le vie cittadine accompagnata - tra gli altri - da molti bambini che per devozione familiare indossano abiti analoghi a quelli del santo. Alcuni dei bambini accompagnano la processione su cavalli bardati a festa. La consegna delle chiavi della città da parte del sindaco chiude la processione. Nel pomeriggio ha luogo la celebre gara pirotecnica, della durata di circa tre ore. A conclusione dei festeggiamenti, l'11 novembre la processione percorre nuovamente il paese, e la statua del santo è portata a spalla dagli emigranti tornati ad Adelfia. La domenica successiva alla festa, detta "San Trefon 'iinde a ua' 'nnicchie” ("San Trifone nella nicchia") gli adelfiesi festeggiano la posa della statua del santo patrono nella nicchia della chiesa di San Nicola, dove resterà per l'anno a venire. Dal punto di vista gastronomico, nel giorno di san Trifone l'avventore si trova coinvolto in una sorta di "sagra dell'agnello" ove si possono degustare presso le rosticcerie allestite per strada, delle "costatine scottadito" e delle frattaglie alla brace ("'nghimmiredde"), accompagnate da costine di sedano e fette di provolone oltre che dal vino locale.
Sacra rappresentazione della Passione di Cristo
Il martedì santo, il gruppo "Amici di Adelfia" mette in scena lungo le vie del paese la Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo. La via Crucis, basata sull'adattamento di un testo di don Peppino Diana, coinvolge circa centocinquanta attori e comparse, oltre a numerosi costumisti e tecnici del suono e delle luci.
Altre manifestazioni
Economia
L'economia adelfiese è basata sulla coltivazione di uve da tavola tradizionali, grazie alla vocazione del territorio e soprattutto alle caratteristiche del terreno. L'antica uva Regina (presente in due diverse varietà locali dette "Mennavacca" e "Pizzutella" per la forma più o meno allungata degli acini) e l'uva baresana sono i prodotti che contraddistinguono il comune di Adelfia e che spesso conferiscono maggior redditività rispetto a prodotti commerciali a più larga diffusione. Ci sono anche altre uve, come "Primus" e "Moscato nero", comunque destinate a mercati di nicchia. Di minore peso è la produzione di vino primitivo ad alta gradazione alcolica, per lo più destinato al consumo locale o alla vendita come semilavorato. Altra voce rilevante nell'economia cittadina, sebbene in misura minore rispetto agli anni che hanno preceduto l'introduzione della moderna viticoltura, è la produzione olivicola e olearia. Le attività produttive non legate all'agricoltura sono limitate a poche piccole e medie imprese operanti nel settore manifatturiero.
Infrastrutture e trasporti
Adelfia è sita a sud-est di Bari, lungo la direttrice per Taranto. Il principale asse di collegamento viario è la strada statale 100, che corre a est del centro abitato. I rioni di Canneto e Montrone sono fisicamente separati dalla linea ferroviaria Bari-Putignano in concessione alle Ferrovie del Sud Est. Ad aprile 2009 è iniziato l'interramento del tratto ferroviario urbano, finalizzato all'eliminazione dei passaggi a livello. I lavori sono terminati con successo nel marzo del 2010.La nuova stazione è stata aperta al pubblico il 10 novembre del 2010.Il sovrapasso carrabile(terzo collegamento viario dopo quelli già esistenti)è in fase di completamento nella zona nord del paese a ridosso della nuova stazione ferroviaria.
Amministrazione
Sindaco: dott. Giuseppe Cosola